Intarsio – Boulle – Dipinti su tavola – Restauro Mobili

La Bottega

Renato Olivastri 

Il titolare inizia all’età di 14 anni, nel 1972, a lavorare presso laboratori artigiani  della provincia di Bergamo occupandosi della produzione di arredamento su misura di interni.
Nel 1982 si trasferisce a Firenze per seguire il corso di Restauro di Legni Antichi presso l’Istituto per l’Arte e il Restauro “Palazzo Spinelli”.
Diplomato nel 1984, frequenta la bottega del maestro Cipriani, artigiano noto nell’ambiente fiorentino e insegnante al corso di Restauro, con il quale collabora per circa 10 anni.
L’attività del laboratorio di via dei Velluti 21r prosegue tutt’oggi, specializzata nel restauro del mobile e del mobile intarsiato: tavoli e oggetti sorrentini fine 1800, cassettoni in stile Maggiolini, tavoli e manufatti intarsiati in ebano e avorio, oggetti in madreperla, credenze olandesi e soprattutto mobili e manufatti in stile Boulle.
Olivastri, collaborando con maestri del restauro di supporti lignei di dipinti su tavola sviluppa una specifica ed estesa conoscenza delle tecniche di intervento, che ne fanno uno specialista del settore.
A partire dal 1986 Renato Olivastri affianca al restauro l’attività di docente presso l’Istituto per l’Arte e il Restauro – Palazzo Spinelli per i corsi di Restauro del Mobile, Intarsio e Restauro ligneo dei dipinti su tavola. 

La docenza a Palazzo Spinelli lo ha portato a tenere docenze presso associazioni e strutture universitarie, muovendosi dal Brasile, a Israele, dalla Serbia alla Croazia e all’Albania.
Dal 2011 al 2014 ha collaborato con l’Accademia di Belle Arti de L’Aquila.
Nel 2018 ha tenuto un corso di Intarsio e Restauro del mobile antico presso la Escuela de Artes y Oficios Santo Domingo a Bogotà, Colombia.

Il restauro del mobile Boulle
Lo stile prende il nome dall’ebanista francese Andrè-Charles Boulle, attivo alla fine del 1600 a Parigi alla corte di Luigi XIV.
La particolarità di questo stile consiste nel rivestire i mobili con intarsi realizzati con materiali diversi dal legno, principalmente ottone e tartaruga ma anche rame, peltro e argento.
Nella tecnica comunemente detta foro-controforo, lamine di ottone vengono sovrapposte a lamine di tartaruga e vengono ritagliate a traforo seguendo il contorno di elaborati disegni.
Dal lavoro ottenuto si ottengono delle sagome e controsagome e una volta sistemate danno luogo a due tarsie, una (positivo o foro) nella quale il fondo è rappresentato dalla tartaruga e il disegno dall’ottone e l’altra al contrario (negativo o controforo).
In seguito l’ottone e talvolta anche la tartaruga vengono arricchiti con incisioni ottenute mediante la bulinatura.
Il mobile viene infine esaltato con l’applicazione di bronzi dorati e finemente cesellati.

La lucidatura a gommalacca
La gommalacca è la secrezione di un insetto della famiglia delle Cocciniglie e si presenta in scaglie di colore arancio dorato. Si prepara diluendola in alcool etilico a 99°.
La lucidatura tradizionale a tampone è certamente una tecnica elaborata che richiede sensibilità ed esperienza.
In passato era esercitata da persone specializzate che si occupavano esclusivamente di questa professione.
Il lavoro di lucidatura si svolge sostanzialmente in tre fasi:
la sbozzatura, nella quale si utilizza la polvere di pietra pomice per il riempimento dei pori del legno;
la lucidatura, con la quale si stende la gommalacca fino a formare lo spessore  di vernice che si ritiene necessario e di conseguenza una brillantezza più o meno accentuata. In questa fase, al tampone imbevuto di gommalacca viene aggiunto via via olio di vasellina per facilitarne lo scorrimento;
infine l’asciugatura dell’olio di vaselina.
Generalmente è un lavoro che richiede molto tempo, ma sui mobili di pregio il risultato non è  certamente paragonabile a nessun altro  metodo moderno di lucidatura.                                                                                                                                                   

La Disinfestazione degli insetti xilofagi
Con il termine “tarlo” si indicano generalmente gli insetti xilofagi che vivono nel legno e di questo si nutrono. In realtà gli insetti sono di diverse specie.
La larva quando esce dall’uovo vive e si ciba del legno anche per diversi anni, quando cresce  si trasforma in pupa e in seguito diventa insetto adulto e quindi esce dal legno.
I fori che si vedono all’esterno sono fori di sfarfallamento, al di sotto di questi ci possono essere fitte gallerie trasversali. Lo sfarfallamento avviene di solito da fine primavera fino all’inizio dell’estate.
L’insetto adulto si accoppia e depone le uova nei fori e nelle fessure del legno, anche in altri mobili o strutture lignee della casa.
Un trattamento di disinfestazione efficace deve agire sulle larve all’interno del mobile e sulle uova, anche in profondità. Un semplice intervento a pennello o a siringa con i prodotti chimici in commercio, generalmente contenenti Permetrina, può non essere risolutivo perché rimane difficile  distribuirla uniformemente in profondità.
Per agire in profondità sulle larve e le uova, soprattutto in passato, si sono fatti interventi con gas tossici in apposite camere  a gas, gestite da ditte specializzate.
Negli ultimi anni nel mondo del restauro del legno ci si orienta ad effettuare la disinfestazione con la tecnica dell’Anossia, con utilizzo di azoto o di anidride carbonica.
La bottega si è dotata di un impianto per la disinfestazione in anossia con utilizzo di anidride carbonica. Le opere lignee vengono rinchiuse in una tenda di un materiale speciale, nella quale viene levata l’aria e quindi introdotta  anidride carbonica, la cui immissione deve essere controllata quotidianamente, per un periodo di 21 giorni.
A fine trattamento è importante eseguire un intervento a pennello e siringa, con utilizzo di Permetrina  a scopo puramente preventivo.